Con il sostegno della Regione Veneto, si tratta del primo spettacolo prodotto in maniera professionale dall’Accademia con la regia di Carlo Simoni. Stiamo ora lavorando perché sia a breve inserito nei circuiti teatrali veneti e nazionali.
La prima nazionale si è svolta sul palco del Teatro Verdi di Vittorio Veneto il 31 dicembre 2009 con replica il 1 gennaio 2010 a teatro esaurito nelle due occasioni.
Note di regia
Nei Mémoires Goldoni dice di aver composto una commedia da offrire agli spettatori che si recano a teatro per divertimento in una delle sere di carnevale. Era il 12 febbraio 1752 e fu un successo pieno. E' la sua prima commedia veneziana, venezianissima, con un intreccio strettamente collegato ai caratteri e alla lingua della sua regione e alla città di Venezia.
La vedova Lugrezia è il perno centrale della vicenda; attorno a lei, girano in una spirale di farfalle impazzite, alcuni personaggi di popolani-commercianti alla ricerca affannosa del guadagno come affermazione sociale.
Il tema centrale, che dà il titolo alla commedia, è la gelosia di Giulia e Tonina, trascurate dai mariti assidui frequentatori della casa di Lugrezia. Sior Boldo, marito di Giulia, infatti si reca dalla vedova «fino a tre o quattro volte alla settimana», senza dare spiegazioni, anzi interrogato su questo tasto, dà «sleppe» alla moglie. L'altro marito è sior Todero, che preso dalla febbre del gioco, va dalla vedova in cerca di un prestito. Questi loro comportamenti sono dettati anche dal desiderio di accrescere i guadagni velocemente e migliorare la condizione sociale. Todero gioca a carte e Boldo al lotto.
L'emancipazione di Lugrezia, che è frutto della sua libertà economica, è uno dei motivi per cui le due donne la giudicano spregiudicata e scandalosa, dicono di lei con maldicenza che «frequenta addirittura i teatri!».
Il tema della gelosia oltrepassa la sfera affettiva e diventa critica sullo stato sociale. La vedova dal carattere vigoroso è additata come donna trasgressiva e poco onesta. Una nemica pericolosa che può sconvolgere la tranquillità familiare.
In questa commedia, si spia e si è spiati, in un continuo gioco teatrale che produce rapidi spostamenti scenici da un ambiente all'altro, dall'interno all'esterno. Spostamenti che segnano e condizionano il percorso labirintico e che generano i caratteri ridicoli dei personaggi.
Tonina vede entrare dalla vedova il marito di Giulia e Giulia successivamente vede entrare il marito di Tonina. Nasce l'equivoco. Ciascuna crederà, così, che dalla rivale Lugrezia sia andato il marito dell'altra.
Anche gli oggetti che passano da una mano all'altra innescano una comicità da pochade fatta di malintesi, ambivalenze e giochi scenici con intrecci gustosi.
Nell’atmosfera notturna e carnevalesca del Ridotto, il gioco e il clima di festa esasperano i toni in un'atmosfera delirante dove si ingigantiscono malcelati propositi, desideri repressi, complicità, avidità, malinconie e illusioni.
E Lugrezia osserva divertita il gioco del celarsi e scoprirsi, del ragionare e minacciare.
Dopo quella notte di deliri, tutti i personaggi, pian piano, rientrano nella normalità dove però le grosse vincite al gioco placano le ansie, le tensioni in una resa dei conti che chiarifica gli equivoci e spiega e rasserena le assurde gelosie nate senza fondamento.